“D.A.D.” e “e-learning”: cose diverse da non confondere.

A quanto pare il tema della scuola e della sua riapertura ai tempi del Covid piace. A quanto pare gli esperimenti di “DAD”, ovvero “didattica a distanza” non hanno suscitato alcun entusiasmo e non faccio che leggere post e commenti, più o meno agghiaccianti che parlano dell’assoluta assurdità ed inutilità della “didattica a distanza”.
Trovo questo fatto agghiacciante e devo portare alla vostra attenzione alcuni temi.

1) Didattica a Distanza

Personalmente, nella mia vita personale e professionale ho sempre parlato e sentito parlare di “e-learning”. La “DAD” è decisamente una new entry.
Non posso fare a meno di notare un fatto. L’espressione utilizzata da tutto il mondo, ovvero “e-learning”, parla di apprendimento ed è chiaramente focalizzata sui discenti. L’espressione coniata dai docenti italiani invece parla di “didattica”, ed è evidentemente focalizzata sull’attività degli insegnanti.
A buon intenditor poche parole.
Al di là di questo, la pratica dell’e-learning ha una definizione piuttosto precisa ed una complessa regola d’arte. Questa cosa che i nostri autoreferenziali operatori della formazione chiamano DAD è in realtà la nefanda improvvisazione arruffata nell’emergenza a causa di un fatto semplice ed incontrovertibile. La scuola italiana è lontanissima dal digitale e questo non va assolutamente bene.
La maggior parte dei professionisti del mondo vive un mercato in continua evoluzione. Per stare su questo mercato bisogna imparare tutti i giorni e gli strumenti della formazione continua sono on line. La maggior parte dei nostri ragazzi escono dalla scuola con pochissime esperienze pratiche in generale e con nessuna preparazione per la formazione permanente. L’e-learning deve entrare nella scuola italiana il prima possibile e, purtroppo, non ci ha mai messo piede.

2) La dimensione sociale

Sono in tantissimi quelli che si affannano a ricordarci quanto la dimensione sociale sia importante nell’educazione dei nostri figli. Ovviamente l’argomento della socialità viene usato a detrimento della formazione a distanza, sostenendo che questa è del tutto inadeguata perchè non andanso a scuola si perde la dimensione sociale.
Al proposito temo di dover illuminare tutti su una incredibile novità: La socialità dei nostri figli si svolge per una parte molto rilevante on line. Si parlano via chat, si incontrano su facebook. Trovano on line i loro modelli di crescita e di comportamento sociale. Dire che la scuola non è digitale è come dire che la scuola è fuori dalla vita sociale dei nostri figli.

3) e-learning

l’e-learning è una disciplina molto seria con degli standard molto seri. Inoltre è il modo in cui milioni di professionisti al mondo provvedono alla propria formazione continua. Pensate che i vostri figli faranno una scuola e poi lavoreranno tutta la vita con quello che hanno imparato per caso ?! Se qualcuno pensa ancora una cosa del genere, si sbaglia di grosso. La formazione continua e la chiave della professionalità dei nostri tempi. Imparare a vivere nel mondo della formazione continua vuol dire molto più che una semplice abitudina. Significa innanzi tutto sviluppare una mentalità nella che parte dal riconoscimento del valore delle persone e delle loro competenze.
Lo standard ormai riconosciuto, anche dal govero Italiano con la legge Moratti-Stanca del 2003 si chiama SCORM. Sta per Sharable Content Object Reference Model. L’obiettivo di questo standard è l’interoperabilità delle piattaforme che erogano i contenuti (LMS – learning management systems) con i contenuti stessi (SCO – sharable content object).
Questo ha molto senso perchè il vero valore sono proprio i contenuti e chi li produce ed eroga deve essere certo che vadano bene per tutte le piattaforme, mantenendo le funzionalità primarie di tracciabilità e continuità delle attività di ciascun discente.
Ovviamente, vista l’emergenza COVID la geniale macchina della formazione italiana, che ovviamente non si è dotata di alcuna organizzazione, processo e men che meno piattaforma, a accrocchiato delle attività più o meno casuali di interazione con gli studenti a casa, utilizzando le famose “piattaforme gratuite”.
Quindi ecco che si parla di DAD. Didattica a distanza. Così chi non ha studiato niente e non ha fatto niente per almeno due decine di anni su un tema fondamentale per la modernizzazione del paese, ha fatto quello che fanno i peggiori ignoranti. Ha pensato di poter inventare tutto daccapo. Pessimi risultati in ragione dei quali chiunque si permette ora di parlare a caso sull’inutilità della formazione on line.

4) Quindi ?

Quindi la scuola si fa sia in presenza che on line. Chiaramente la presenza è più importante per i più piccoli, asili e primarie. Se la scuola non riapre è altrettanto chiaro che i genitori che devono lavorare hanno un problema. Mi permetto però di sottolineare che il problema di accudire i propri figli dovrebbe essere meno inquietante di un mese in terapia intensiva.
Per le scuole superiori e per l’università, l’e-learning è un aspetto irrinunciabile e fondamentale che dovrebbe garantire ai nostri figli l’accesso ad una moltitudini di contenuti formativi e ad una socialità accademica e scolastica seria e costruttiva.
Dire che “la formazione a distanza non ha senso” significa fare un’affermazione priva di ogni logica che sostiene una scuola vecchia, inadeguata, autoreferenziale e resistente a qualunque forma di cambiamento.